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GIUSEPPE CARBONI, noto Cinque. Maniscalco.

Sto ferrando i cavalli per S. Isidoro, sono già a 20, prima del 15 ne dovrò ferrare almeno 70, vanno più cavalli alla processione di S. Isidoro che per l’Ardia, perché  alla processione vanno tanti ragazzini che iniziano così e loro saranno i futuri cavalieri dell’Ardia. Tutti si lamentano per questi giovani che corrono all’Ardia, dicono che sono un pericolo, per me non è vero, sono indispensabili, mettono entusiasmo, allegria e sono “scocausu” è vero, ma lo spirito dell’Ardia è anche quello.

Ricordo che dopo la morte  di Lezze Trotta le famiglie avevano impedito ai figli al di sotto dei 18-20 anni di andare all’Ardia e c’è stato un decennio di Ardie spente, insignificanti, non erano Ardie erano processioni. Lo capisco da me stesso, prima mi buttavo tra i primi e facevo cose azzardate, di coraggio misto ad incoscienza, adesso non le fai più… 
 
Siamo cresciuti con questa festa, la conosciamo da sempre, ci piace andare a cavallo e anche se abbiamo paura ci andiamo. Non ci pagano, anzi per noi è un costo tenere i cavalli tutto l’anno, per noi l'Ardia è importante.

E anche se sembri indeciso fino a 15 giorni prima, all’ultimo, quando è il momento dell’Ardia è Ardia e basta, non senti altro. Poi chi la fa da ragazzo come me, vederla da terra è terribile. Mi è capitato di essermi fatto male la sera e la mattina sono sceso a vederla ed è terribile quando li vedi scendere da su frontigheddu, ho capito perché mia mamma non ci va da quando era ragazza…