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Di quelle genti indomite

L’esecuzione di questo brano anonimo, breve e asciutto come la cronaca di una tortura, si basa su una graduale accumulazione vocale che vede sommarsi alle voci bianche, intonatrici e inizialmente soliste, quelle adulte dei tenori e infine quelle piene e potenti di tutte le sezioni, riunite nel verso finale.  

Di quelle genti indomite

San Giovanni
Di quelle genti indomite
Gli insulti non han fine,
E al Salvatore pressano
Lunghe e pungenti spine.
 
Le sue piagate spalle
Ricoprono d’un manto
Ed una canna porgono
A Dio tre volte santo.

Di quelle genti indomite

San Giacomo
Di quelle genti indomite
Gli insulti non han fine,
E al Salvatore appressano
Lunghe e pungenti spine.
 
Le sue piagate spalle
Ricoprono d’un manto
Ed una canna porgono
Al Dio tre volte santo.

*I testi pubblicati sono tratti dai libretti dei due gruppi di cantori. Pertanto essi rispecchiano la pratica musicale così come si presentava quando i libretti sono stati redatti e si discostano parzialmente dall’attuale prassi canora.