Di quelle genti indomite
L’esecuzione di questo brano anonimo, breve e asciutto come la cronaca di una tortura, si basa su una graduale accumulazione vocale che vede sommarsi alle voci bianche, intonatrici e inizialmente soliste, quelle adulte dei tenori e infine quelle piene e potenti di tutte le sezioni, riunite nel verso finale.
Di quelle genti indomite
Di quelle genti indomite |
Gli insulti non han fine, |
E al Salvatore pressano |
Lunghe e pungenti spine. |
Le sue piagate spalle |
Ricoprono d’un manto |
Ed una canna porgono |
A Dio tre volte santo. |
Di quelle genti indomite
Di quelle genti indomite |
Gli insulti non han fine, |
E al Salvatore appressano |
Lunghe e pungenti spine. |
Le sue piagate spalle |
Ricoprono d’un manto |
Ed una canna porgono |
Al Dio tre volte santo. |
*I testi pubblicati sono tratti dai libretti dei due gruppi di cantori. Pertanto essi rispecchiano la pratica musicale così come si presentava quando i libretti sono stati redatti e si discostano parzialmente dall’attuale prassi canora.