Gesù mio caro

Al fulcro del dramma, la morte di Cristo, le masse dedicano un brano d’intenso patetismo, alimentato dalla dilatazione dei ritmi e dal frequente ricorso all’iterazione, applicata sia all’interno dello stesso verso su elementi semantici dal valore inesorabilmente disforico (“ormai”, “stringe”, “morte”, “soffrir”, “l’acerbo punto”), sia ad intere ed ampie porzioni di testo.

L’autore del componimento è il francescano S. Leonardo da Porto Maurizio, che lo propone come meditazione nella II stazione della sua Via Sacra.

Gesù mio caro

San Giovanni
Gesù mio caro
Ormai è giunto
L’acerbo punto
Del suo morir.
 
Stringe la croce,
morte sì atroce,
gode il tuo cuor
per me soffrir.

Gesù mio caro

San Giacomo
Gesù mio caro
Ormai è giunto
Là c’è il suo punto
Del suo morir.
 
Stringe la croce,
morto sia in croce,
gode il suo cuor
per me soffri.

*I testi pubblicati sono tratti dai libretti dei due gruppi di cantori. Pertanto essi rispecchiano la pratica musicale così come si presentava quando i libretti sono stati redatti e si discostano parzialmente dall’attuale prassi canora.