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Un portale per rivivere la settimana santa

Marina Anedda ama documentare dei riti e delle cerimonie ciò che accade in luoghi apparentemente liminali, non ufficiali e non facilmente accessibili. Cosi è avvenuto per il documentario sul carnevale di Cagliari (Gioc), per quelli di Sant’Efisio (Tu nos, Ephysi, protege) e dell’Ardia di Sedilo (s’animu).

In Sardegna, come altrove, si è parlato molto in questo periodo della settimana santa. Gli autobus, i siti  turistici e delle istituzioni hanno pubblicizzato l’evento con dovizia, offrendo ‘pacchetti’ a prezzi vantaggiosi. Nei supermercati montagne di uova di cioccolato con dentro sciocche sorprese non comunicano più l’antico significato della fertilità e della vita.  Il tempo del valore convive male oggi con il tempo del lavoro via via sempre più quantitativo, sempre più uguale, dal lunedì alla domenica, scandito solo dalle pause del tempo dello shopping e della televisione di massa.

Eppure mercoledì 28 marzo 2012, nella chiesa di San Domenico a Cagliari, durante la presentazione del portale “sardegna-visuale.it”, il numeroso pubblico presente ha avuto l’impressione che a qualcuno la settimana santa e la Pasqua interessino per qualcosa di diverso dal consumismo e dal turismo pasquale, per altro  importanti entrambi. Abbiamo ascoltato dal vivo la passione corale dei due gruppi cantori di San Giacomo e di San Giovanni composti da bambini, adolescenti, giovani e anziani dei quartieri di Villanova a Cagliari, guardato le immagini delle donne che nella sacrestia delle chiesa di S.Giovanni e S.Giacomo vestivano Maria degli abiti del lutto e del dolore e quelle dei sepolcri ornati con vasi di grano chiaro e dei fedeli (non tantissimi) e dei penitenti  che sfilano in processione lungo vie illuminate da vetrine indifferenti.  

Le immagini sono di Marina Anedda, fotografa e autrice di film etnografici, coadiuvata dall’associazione culturale Dies nel creare il portale e nell’organizzarne la complessa presentazione. Quasi una messa cantata di grande efficacia, terminata nel sagrato con altri canti e con una sequenza di diapositive proiettate sulla facciata della chiesa che assorbivano gli spettatori dentro la loro luce.

Marina Anedda ama documentare dei riti e delle cerimonie ciò che accade in luoghi apparentemente liminali, non ufficiali e non facilmente accessibili. Ma  proprio qui, oltre l’ufficialità liturgica, spesso trova il senso profondo dell’esperienza di donne e uomini che danno valore al loro tempo donandolo. Cosi è avvenuto per il documentario sul carnevale di Cagliari (Gioc), per quelli di Sant’Efisio (Tu nos, Ephysi, protege) e dell’Ardia di Sedilo (s’animu).

Anche per la settimana santa ha seguito per anni e ha fotografato e filmato sia le cerimonie pubbliche dell’ultimi giorni di quaresima, sia i riti che si svolgono nelle sagrestie. Ha intervistato i protagonisti mostrandone l’impegno, la passione, ha raccolto i loro ricordi quando nelle strette stradine dei quartieri storici di Cagliari tutte le feste erano più dense, più partecipate, ma ha lasciato spazio anche alle passioni del presente, i punti di vista diversi, i piccoli conflitti tra personalità che si sentono più di altri fedeli interpreti della tradizione.
E straordinari sono i primi piani di volti intenti, appassionati, concentrati su atti banali e quotidiani che diventano sacri per i fedeli dentro la cornice delle cerimonie funebri dell’uomo-dio, centro della liturgia cristiana.

C’è un salto di qualità nella nuova proposta di Marina Anedda: non più solo film o mostre, ma un testo aperto potenzialmente infinito e accessibile a tutti. Il portale  “sardegna-visuale.it” presentato mercoledì scorso a San Domenico e già in rete conterrà materiali visivi in varie forme compresi spezzoni, che si potranno associare in maniera libera, agile e discrezionale a tutti gli interventi parlati.

Un’accezione molto moderna di “visione”, visione come attività, l’opposto della visione a cui siamo abituati, che è un modo di subire delle cose, come hanno sottolineato durante la presentazione Salvatore Pinna e Felice Tiragallo.

Frutto di talento e passione, il portale progettato da Marina Anedda e dal suo gruppo di validissimi collaboratori Laura Delussu, Simone Perra e Giuseppe Mantega, consentirà di adempiere a queste funzioni di fruizione e riflessione culturale per l’ alta qualità dei materiali visivi e informatici e per l’assunzione di responsabilità da parte degli autori, fatto non frequente in rete.

 Il portale è un modo per avere accesso, per conservare e mantenere viva la memoria di esperienze culturali profonde, come quella dei nostri modi di celebrare la Pasqua, ma, come ha detto Ignazio Macchiarella, se il complesso cerimoniale della settimana santa a Cagliari è il frutto di secoli di storia della Sardegna e della sua cultura sincretica, colta e popolare, è altrettanto vero che ogni anno la settimana santa rinnova la sua contemporaneità, e i suoi riti e i suoi canti esistono perché sono vissuti e cantati oggi, nel presente. E le donne e gli uomini, i giovani e i vecchi, vestiti di bianco e di nero non vengono mostrati come anonimi ‘portatori di tradizioni’, ma come soggetti che esprimono saperi e talenti, e che vivono attraverso quella di Gesù anche le loro personali passioni in questo nostro tempo di crisi .

Maria Gabriella Da Re

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