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Uscite, S. Antonio, Carnevale

Francesco, mamuthone del gruppo Atzeni Beccoi, ricorda una fase preliminare del rituale ormai perduta, quella della “composizione” dell’attrezzatura attraverso la questua per le case del paese, alla ricerca de su ‘erru (il ferro, cioè i campanacci) e sa pedde (la mastruca di pelle ovina) che, dopo le tre tradizionali sfilate nei giorni di S. Antonio, della domenica e del martedì grasso, ritornavano ai loro proprietari.

Per quanto sia impossibile vivere il carnevale come si faceva allora, quando i mamuthones erano una troppa e non un’associazione organizzata, indossare la maschera significa ancora oggi compiere una metamorfosi, vedere il mondo in modo diverso, specialmente nel giorno di S. Antonio, che rimane in un certo senso l’espressione più autentica del rituale mamoiadino.