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LA PRIMA USCITA

Nel primo pomeriggio, partendo dalle rispettive sedi, i gruppi della Pro Loco e dell’associazione Atzeni Beccoi dividono il paese in due parti, quella “alta” e quella “bassa”, alternandosi ogni anno nei due percorsi e sfilando per lunghe ore fino alla tarda sera.

Disposti su due file parallele, i mamuthones eseguono un passo particolarmente pesante, quasi volessero calpestare vigorosamente la terra per esortarla al risveglio produttivo, facendo risuonare i campanacci che portano sul dorso, verosimilmente con una funzione apotropaica che, secondo alcuni antropologi, avrebbe trovato posto nel rito pagano di natura propiziatoria. Una fila avanza con il piede sinistro e retrocede con il destro, quella opposta avanza con il destro e retrocede con il sinistro, ma entrambe tengono il ritmo dei passi singoli intervallati da “la doppia”, una variante costituita da tre piccoli passi.

Gli issohadores, invece, si dispongono in maniera apparentemente meno ordinata: uno di loro sta a capo delle due file, uno al centro e uno dietro, mentre gli altri si muovono in ordine sparso con un passo più elegante e leggero di quello dei mamuthones. Durante la sfilata lanciano frequentemente la soha (corda di giunco) in direzione degli astanti, “catturando” preferibilmente le donne e le ragazze, secondo una consuetudine ben augurante che per alcuni studiosi rimanderebbe ad auspici di fertilità.

Al passaggio delle maschere, presso ogni fuoco si festeggia S. Antonio con l’offerta dei dolci tipici di questa ricorrenza, su papassinu nigheddu e biancu, sas caschettas e su coccone hìn mele.