Tu che in cielo

Con questo canto, evidentemente ispirato alla melodia del verdiano Va’ Pensiero, entrambe le masse si congedano dai fedeli a conclusione del ciclo di riti. Si tratta dunque di un brano positivo, di speranza e di festa (come evidenziato anche dal profilo semantico), per quanto il contesto esecutivo possa influenzarne l’interpretazione, talvolta velata di malinconia.   

Tu che in cielo

San Giovanni
Tu che in cielo qual'astro risplendi
è bello e divino il Tuo viso,
a noi volgi il materno sorriso
che infelici imploriamo quaggiù.
 
Benedette le nostre preghiere
volte al trono del vivo tuo Figlio
e a noi guida, c'insegna in esilio
ov'è mai l'antica virtù.
 
Odo mesta del Figlio la voce
che tuoi figli ci chiama, Maria;
benedetta del Figlio la voce
che infelici imploriamo quaggiù.

Tu che in cielo

San Giacomo
Tu che in cielo qual'astro risplende
che di bello divino quel viso,
che a noi volgi materno sorriso
che infelice imploriamo quaggiù.
 
Benedette le nostre preghiere
volgi al trono del vivo suo Figlio
che a noi guida, c'insegna in esilio
ov'è mai una ninna virtù.
 
Odo mesta del Figlio la voce
già a noi figli ci chiama Maria;
ed è mesta del Figlio la voce
che infelice imploriamo quaggiù.

*I testi pubblicati sono tratti dai libretti dei due gruppi di cantori. Pertanto essi rispecchiano la pratica musicale così come si presentava quando i libretti sono stati redatti e si discostano parzialmente dall’attuale prassi canora.